Saturday, February 12, 2011

Cimento invernale - la scommessa -

Mai avrei pensato di poter fare una cosa simile, di esserne in grado.

Quando Matteo e Mauro me ne parlarono ad inizio dicembre, non sapevo neanche cosa fosse il Cimento, in quella freddissima domenica a Zeloforamagno, dove appunto il freddo pungente confermava che oramai fossimo nel pieno di uno degli inverni più freddi di questi ultimi anni.
Ma ciò alimentava quella, mia solita temeraria, sfida con me stesso: "sì lo voglio fare! 150 metri nel Naviglio (gelato) Grande, nella mitica zona dei navigli milanesi, mi voglio mettere alla prova!"


Una tradizione milanese che nonostante un parentesi lunga 40 anni, vive da più di un secolo, tra l'altro molto seguita dai milanesi.

Mi iscrissi subito e poi misi da parte quella data, il 31 gennaio 2010.

Impegnato a trovare un pò di forma e anche nel decidermi a quale maratona prendere parte entro la prossima primavera, non ci pensavo un granchè a "sto Cimento", mi lasciavo scorrere l'idea di che cosa mi aspettasse in quei tre giorni della merla che a Milano significano i giorni più freddi dell'anno, trascorrendo le feste Natalizie e di inizio anno tra famiglia, campagna e qualche allenamento mixato tra corsa, nuoto e montain bike.

Il fatto di non gareggiare in questa prima parte dell'anno, ha sicuramente contribuito a questa decisione presa così su due piedi e non avendo nulla in programma, l'ho presa come un'avventura per darmi uno scossone di "vitalità".

Il 31 gennaio arrivò velocemente, il freddo altrettanto, con temperature abbondantemente sotto lo zero e le acque del naviglio ai 6°C.

La gara era articolata in due dispute, i cinquanta extreme, ovvero coloro che nuoteranno i 150m, e i 100 del cimento che nuoteranno gli 80 metri (che poi per ragioni logistiche saranno 60m).

Quella mattina non sapevo proprio come scaldarmi, corsi nell'andare a prendere la metropolitana da casa, in quei 500m non sudai neanche (e a me basta poco per farlo) e la cosa mi preoccupava abbastanza, la brina che vedevo sugli alberi, sui campi, sulle macchine, sulla banchina della metro, mi preoccupava tutto, facevo a caso ad ogni particolare che mi desse un pò di conforto, qualsiasi segnale che mi dicesse che poi non faceva così tanto freddo, pregavo che uscisse il sole e un pò di caldo fuori stagione.

Arrivato a Porta Genova, uscendo dalle scale della metro notai subito il ghiaccio sull'asfalto, lo sbalzo termico dal treno a fuori sulla strada mi provocò dei brividi, avevo cercato di non coprirmi con indumenti troppo pesanti, pensando di fare una cosa giusta per abituarmi al freddo, indossando però cappellino di lana, calzettoni e guanti per scaldare le estremità del corpo.

Questo breve viaggio fuori porta mi ha fatto riscoprire una parte di Milano che non avevo mai visto, sarà stato l'orario mattutino, la bella giornata soleggiata che stava nascendo e probabilmente anche il contesto sportivo, devo dire che mi è piaciuta questa zona "dei navigli", più che altro famosa per i suoi locali notturni, sconosciuti al sottoscritto.

Svolto le pratiche di accettazione alla gara (non prima ovviamente di aver perlustrato il naviglio dalla banchina di partenza e arrivo, dei gelatissimi 150m, fortunatamente la parte era soleggiata), nel frattempo arrivarono gli amici Matteo e Mauro, dopo di che l'organizzazione ha veramente pensato a tutto, ci hanno fatto cambiare nello spogliatoio scaldato, poi chi voleva poteva anche fare riscaldamento in piscina, cosa che in pochi hanno fatto perchè, come prevedevo, sarebbe passato troppo tempo dalla partenza.
Passati nella palestra per le foto (che spero di reperire) e l'appello, e quindi aver appreso che ero quarto del quinto gruppo di sei partenti, ci trasferirono con passeggiata "dimostrativa" in costume intero d'epoca e felpa, nella vecchia sede della "Canottieri Olona" dove appunto fuori c'era la partenza, da quel punto alla "nuova Canottieri Olona".

Tutti cercavamo il modo di ammazzare il tempo e l'attesa, scherzando ridendo di noi stessi e della ca**ata che da lì a poco avremmo fatto, i primi alle 10:45 furono chiamati a partire, io uscii un paio di volte per la curiosità di vedere come "si sarebbe dovuto fare", così vidi che ci avrebbero fatto partire staccati l'uno dall'altro per tutta la distanza, uno ad uno.

Il mio turno arrivò presto, troppo presto, mi sedetti sulla banchina, l'acqua era GELATA, i polpacci si contraevano e fui posseduto dalla paura di non farcela, mi bagnai da seduto con le mani, dopo alcuni secondi sembrava andare meglio, di sentire meno il freddo, al fischio mi lanciai in acqua e iniziai a nuotare, stile libero ovviamente, solo quello "so fare", la corrente a favore era parecchia, l'acqua era pulitissima e freddissima ma mi sentivo bene, sentivo la nuotata "efficace", ma a metà circa lo stato di ipotermia cominciava a propagarsi dalle braccia al busto, non sentivo più le braccia, le bracciate mi sembravano meno potenti, la respirazione si faceva sempre più difficile e meno coordinata ma fortunatamente arrivai, riuscì a salire la scaletta e un senso di soddisfazione, strana, bella, avvertii un freddissimo senso di piacere indescrivibile mentre mi mettevano l'accappatoio, ancora oggi lo avverto.


wish you were here.